Nicosia come e dove

Alla periferia del comune di Calci, sotto l'ombra della Verruca, c'è una stradina che sale su, verso le prime pendici del monte.
E' una stradina stretta, che sa di antico.
Uno di quei posti dimenticati che hanno attraversato indenni gli interventi di ammodernamento e di “riqualifica paesaggistica”, continuando a conservare quel sapore d'antan che rimanda a tempi lontani e quasi perduti, che hanno il sapore delle storie raccontate dai nonni nel canto del fuoco, le storie dei bei tempi che furono, quando la vita era sicuramente più dura ma meno frenetica, quando ancora si sapeva godere delle cose semplici.
La strada sale su tra gli olivi, ed è talmente ripida che non si riesce a vedere dove porta.
Nelle giornate estive il sole fa brillare d'argento le foglie degli olivi, e sotto gli alberi è un mare di fiori spontanei: bottondori, margherite e papaveri.
Si sale, e alla fine, col fiato grosso per la fatica, ci si trova davanti ad una vecchia edicola, con una immaginetta oramai sbiadita dal tempo e dalle intemperie.
Una curva e ci si trova davanti alla nostra meta: il monastero.
Il monastero è qui da tempi immemorabili. Voluto fortissimamente da un prelato di ritorno dalle terre d'oltremare, venne costruito in questa zona, al tempo occupata da briganti e genti di malaffare.
Per molti secoli ha dominato la valle sottostante, attraversando periodi di ricchezza e potenza e fasi di degrado e abbandono, ultimo avamposto umano prima dei profondi silenzi e delle ombre scure della fitta selva che arriva fin sotto le mura della fortezza della Verruca.
Il monastero è uno di quei posti fuori dal tempo, che sembrano non appartenere a questo mondo.
Quando si varca il grande portale di pietra, tutto quello che ne sta fuori cessa di esistere.
Nelle grandi sale devastate e spoglie sembra che il tempo non scorra. Immersi nell'ombra sotto le alte volte del soffitto, pare di sentire gli echi delle preghiere che qui dentro furono recitate, e pare di vedere, con la coda dell'occhio, le ombre fugaci dei monaci che un tempo calpestarono, con infiniti passi, questi luoghi.
Solo l'opera dei vandali, fra una visita e la successiva, ci ricorda che anche quelle mura spesse sono in realtà oramai fragili e vulnerabili.
A Nicosia chiunque è il benvenuto. Arrivare è semplice, e per ogni evenienza qui sotto metto una mappa con tutte le indicazioni necessarie.
Venite, godete dei luoghi, dei silenzi, dei boschi, dell'aria, delle feste che ogni tanto noi, genti di Nicosia, organizziamo.
Tenetevi i ricordi, le impressioni e tutte le immagini che volete, lasciateci solo le impronte dei vostri passi.

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