Vi aspettiamo. Come sempre, sarete i benvenuti.
La camelia, da sempre simbolo di bellezza e di esotico, è stata ed è tuttoggi elemento essenziale in molti parchi di ville signorili, come pure in giardini di serene case coloniche sparse nella campagna e in chiostri e orti di conventi e monasteri.
Nei
giorni 31 marzo e 1 aprile scorsi, presso il convento di Nicosia
a Calci,
si è svolta la manifestazione “Le camelie
del chiostro”. Giunta
alla sua sesta edizione, questa manifestazione - organizzata e
promossa dall'associazione Nicosia nostra e patrocinata dal Comune di
Calci, dalla Provincia di Pisa e dalla Regione Toscana - ha offerto
alle centinaia di persone venute al convento un ricco e interessante
programma, che ha ruotato, come sempre, intorno alle due secolari
piante di camelia che vivono nel chiostro del convento, le quali si
sono presentate
nel loro magico splendore primaverile.
Come
ogni anno è stata allestita l’esposizione di camelie coltivate nel
territorio pisano. Anche l’Orto botanico dell’Università
di Pisa ha contribuito, come sempre, all’arricchimento di questa
mostra con la fornitura di rami fioriti delle specie e delle cultivar
che crescono all’interno delle sue mura.
Museo
e Orto botanico hanno partecipato anche con una mostra di 40 piante
in vaso scelte dalla collezione “Piante selvatiche di uso
alimentare”.
L’intera
collezione, organizzata in collaborazione con l’Associazione
per la Diffusione di Piante fra Amatori (A.di.P.A.) e
visitabile presso l’Orto botanico tutto l’anno, è
nata dalla consapevolezza che la
Toscana è una terra ricca per eccellenza di antiche tradizioni,
specialmente in campo agricolo. Nel corso dei secoli le popolazioni
hanno sapientemente conservato le conoscenze sull’utilizzo delle
piante spontanee nell’alimentazione, che costituiscono oggi un
patrimonio culturale di grande valore.
Per
spiegare e divulgare queste preziose conoscenze, a Nicosia è stato
svolto anche il laboratorio
“Le erbe spontanee: riconoscerle e usarle”, nel corso del quale
esperti dell’Orto e dell’A.di.P.A. hanno illustrato le
caratteristiche botaniche e alimentari delle erbe selvatiche.
Il
programma ha proposto inoltre
diversi altri
laboratori per adulti - tutti tesi ad approfondire il forte legame
che unisce il mondo dell’uomo e madre Natura - un laboratorio
ludico-creativo per bambini, alcuni itinerari che dal convento si
snodavano nei dintorni alla scoperta del territorio, la visita ad
alcuni giardini di ville calcesane, passeggiate tra i borghi,
l'osservazione del cielo con i telescopi, un concorso fotografico ed
ancora giochi, musica popolare, merenda.
Infine,
come ulteriore novità di questa edizione, è stato preparato un
prezioso percorso di video e intallazioni sul tema “Testimonianze e
ricordi di vita a Nicosia”, che ha dato l'opportunità di vedere e
conoscere più da vicino come era vissuto il convento, tra racconti
di guerra, quotidianità dei frati, riti e feste religiose, giochi e
passatempi dei ragazzi del luogo.
Questo
evento, come altri organizzati dall'associazione Nicosia nostra, si
prefigge lo scopo di far conoscere, valorizzare e tutelare il
complesso di Nicosia. E soprattutto di ristabilire quel legame
storico, culturale e affettivo che esisteva un tempo tra il convento
e gli abitanti della zona.
Fondazioni,
enti pubblici e privati, associazioni, aziende e singoli cittadini
hanno collaborato e collaborano tutt’oggi con l’associazione.
Grazie anche al loro valido aiuto, nel corso degli anni sono state
vissute insieme molte esperienze: opere di bonifica e pulizia,
manifestazioni ludiche e culturali, ricerca di documenti e
testimonianze, interventi di sensibilizzazione delle autorità civili
e religiose, progettazione e realizzazione di materiali divulgativi
come cd-rom, dvd e libri su Nicosia, spettacoli, concerti e molto
altro.
Il
convento, che da più di settecento anni domina la vallata
sottostante, ha vissuto nel corso della sua lunga esistenza periodi
di splendore e potere, alternati a fasi di decadenza e miseria. Per
centinaia di anni moltitudini di religiosi hanno calpestato i suoi
pavimenti, e le sue alte e luminose sale hanno risuonato degli echi
delle loro preghiere. Abbandonato dagli ultimi frati intorno agli
anni '70 del secolo scorso ad un lento destino di degrado, saccheggi,
rovi ed oblio, cerca in questo modo di rinascere alla vita, tornando
ad essere di nuovo protagonista del suo territorio.